Uno studio condotto presso l’Università Politecnica delle Marche del 2011 (1) ha messo a confronto 3 differenti sistemi agroalimentari.
Sono stati analizzati tre paradigmi agroalimentari diversi:
- il paradigma “dominante”, industrializzato e globalizzato, costruito su un’agricoltura convenzionale ed una filiera lunga;
- il paradigma dei gruppi di acquisto solidale (G.A.S.), basato su agricoltura biologica e filiera corta locale;
- il paradigma Pianesiano, che utilizza la Policoltura MA-PI e le proporzioni alimentari delle Diete MA-PI.
“Ne è risultato che la filiera agroalimentare Pianesiana determina un minore impatto ambientale e, allo stesso tempo, una maggiore produzione di biomassa, così come, in termini economici, minimizzando tutti gli “input esterni” (acquisto dei semi, dei macchinari, benzina, irrigazione, etc.), consente all’agricoltore di abbattere i costi di produzione e di ridurre la dipendenza dalle grandi catene distributive che assorbono, da sole, la maggior parte dei margini di guadagno sul prezzo finale.
Inoltre, la Policoltura MA-PI è particolarmente adeguata per le piccole scale produttive che costituiscono, nel Mondo, più del 90% delle aziende agricole. A tutto questo, poi, va anche aggiunto un ulteriore importante aspetto, che consiste nella riduzione, grazie alle 5 Diete MA-PI, della spesa sanitaria per la cura delle malattie. Spesa sanitaria che assorbe una quota sempre più considerevole della spesa pubblica totale. Promuovere il sistema agroalimentare Pianesiano permette, quindi, di ottenere importanti effetti sinergici ed efficaci in termini di conservazione ambientale, produttività agricola, qualità alimentare, salute (e spesa) pubblica ed una maggiore equità economica” (2)
Il prof. Massimo Ciabotti (Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”) ha affermato che il modello di Sviluppo Pianesiano permette:
- “la riduzione dei costi di sistema, legata non solo alla valenza di prevenzione assegnata all’alimentazione macrobiotica MA-PI […] ma anche alla possibilità di controllare e contenere i costi associati alla produzione stessa e alla filiera alimentare.
- la tutela dei consumatori attraverso l’introduzione dell’Etichetta trasparente pianesiana, che rappresenta una vera e propria rivoluzione, stabilendo una sorta di patto diretto tra produttore e consumatore finale fondato sulla responsabilità sociale reciproca.
la tutela del territorio, della terra e dei suoi prodotti, con riduzione al minimo dell’intervento dell’uomo, il mantenimento e la valorizzazione di ciò che è consegnato all’uomo (in particolare le specie vegetali) e il ripristino delle condizioni di originario sfruttamento sostenibile della terra stessa.”
(1) Mancini L., “Food Habits and Environmental Impact: An Assessment of the Natural Resource Demand in Three Agri-Food Systems”, Università Politecnica delle Marche, 2011
(2) Mancini L., in Libro Atti Convegno EXPO, Ed. Un Lupo, 2015, p.25